Qualche giorno fa è arrivato mio fratello dal Brasile, con la mia nipotina Aria di 3 anni e mezzo. In questi ultimi 4 anni, hanno fatto un po’ qua e un po’ la, restando in Brasile dapprima per 3 mesi, poi per 5 mesi, una volta addirittura per 9 mesi, e quando ci sono dei bambini piccoli, nel momento in cui ci si riunisce i cambiamenti sono evidenti. Quando è nata Aria, in Brasile, Andrea aveva appena perso qualche dentino da latte, ed ha visto per la prima volta la cuginetta soltanto dopo 3 mesi, poi, dopo altrettanti mesi si sono salutati per rincontrarsi quando Aria aveva già compiuto un anno e muoveva i primi passi. Ancora, quando in seguito è nato Lorenzo, mio fratello si trovava in Brasile ed Aria ha conosciuto attraverso Skype il nuovo cuginetto, poi dopo qualche mese è arrivata nuovamente in Italia ma i suoi occhi erano tutti per il grande Andrea, con cui poteva giocare e divertirsi, perché Lorenzo era ancora un bebè. E così via, ogni volta che loro tre si rincontrano, sono inevitabilmente cambiati, cresciuti. Ok, ci sta.
Ma c’è qualcosa che accade durante il periodo in cui stanno insieme, un altro tipo di crescita, un apprendimento accelerato, un arricchimento reciproco che deriva proprio dal continuo confrontarsi.
Io, da mamma, resto sbalordita nel notare l’evolversi del linguaggio in Lorenzo, ad esempio, che si manifesta da un giorno all’altro: il giorno prima, ascolta una parola giocando con la cuginetta, ed il giorno successivo già l’ha inserita nel suo lessico, pronunciandola in modo comprensibile. Allo stesso modo Aria, che arriva in Italia dopo un trimestre in cui ha ascoltato e parlato solo la lingua portoghese brasiliana (a parte mio fratello che le parla in italiano), in un solo giorno di gioco con i cugini, passa automaticamente all’italiano, come se cliccasse su di un tasto. Ed Andrea? Anche lui cambia, apprende dai più piccoli: diventa più maturo, più protettivo nei confronti del fratellino e della cugina, li accudisce…è un ragazzino. E la cosa bella è che non si annoia. Certo, ogni tanto, com’è normale e giusto, si ritaglia i suoi spazi in cui fa le cose proprie della sua età, come giocare con i suoi coetanei, ai videogiochi ecc. Ma poi torna sempre ad essere il fratello maggiore.
Perciò mamme, non tenete i vostri figli chiusi nel loro bozzolo, non privateli dei rapporti interpersonali, perché magari non c’è tempo di accompagnarli a quella festa, o non avete voglia di far venire l’amichetto di scuola a casa a giocare, oppure avete paura che si facciano male giù in cortile. Sapete perché lancio questo appello? Non perché voglia proclamarmi esperta educatrice, ma semplicemente perché troppo spesso vedo bambini lasciati crescere soli, per svariati motivi, molti dei quali però hanno origine da timori esagerati da parte dei genitori.E questi bambini crescono più insicuri, incapaci di rapportarsi con gli altri, e soprattutto meno inclini alla felicità, credetemi.
Come mamma e come zia, vedo i miei tre bambini felici quando stanno insieme, si sfrenano, bisticciano, e poi ridono, si rincorrono, cantano e ballano, si osservano, si imitano, e ancora ridono e ridono…
E quando si sentono le voci allegre dei bambini nell’aria, tutto è bellezza, tutto è traboccante di vita
Ciao, al prossimo click!